Politica covid, il coprifuoco alle 22 è un caso. Fedriga: “L’accordo era per le 23”
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POLITICA COVID – Il nuovo decreto votato ieri dal Consiglio dei Ministri entrerà il vigore il 26 aprile. Nonostante sia stato votato a maggioranza, la Lega si è fortemente opposta ricevendo anche le critiche del premier Draghi. Il punto critico che ha portato il partito di Matteo Salvini a non dare l’ok è l’orario del coprifuoco. Tutti si aspettavano che, soprattutto nelle zone gialle dove riapriranno ristoranti all’aperto, venisse spostato alle 23. Non sarà così con il coprifuoco nazionale che resta fissato dalle 22 alle 5.
Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni, è uno dei più arrabbiati dalla decisione. Il numero uno del Friuli Venezia Giulia ha detto che l’unanimità delle regioni voleva il coprifuoco alle 23 e che l’accordo era stato firmato nei giorni scorsi. Il governo viene accusato di aver cambiato le carte in tavola anche sulla scuola dove l’accordo prevedeva il 60% degli alunni in classe. Il nuovo decreto, invece, prevede dal 50 al 75% in zona rossa o arancione e dal 70% in su per le zone gialle.
POLITICA COVID – Il governatore, che ha convocato una seduta straordinaria della Conferenza delle Regioni, ha aggiunto: «Sulla scuola c’è un problema politico e istituzionale importante. Aver cambiato un accordo siglato con la Conferenza delle Regioni, Anci e Upi in Consiglio dei Ministri è un precedente molto grave che non credo ci sia mai stato. si è incrinata la leale collaborazione tra Stato e regioni». Una situazione che si spera possa rientrare alla svelta. Nel frattempo la curva dei contagi continua a scendere e, di pari passo, aumentano le persone vaccinate. Nella speranza che la pandemia possa essere definitivamente sconfitta.
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