Pedro Almodovar: "La cocaina mi dava vitalità. Mai presa eroina, è stata il Vietnam..."

Nell’intervista rilasciata a Repubblica, Pedro Almodovar ha raccontato l’infanzia e l’adolescenza vissute sotto il Franchismo. In particolare, il notissimo regista spagnolo ha preso coscienza dei rischi corsi quando era poco più che un ragazzino: “Molti amici sono morti, in quella vita vertiginosa, perché tra le libertà scoperte c’erano le droghe. La mia precoce vocazione per il cinema mi ha dato una disciplina enorme. Ero il primo ad andare a dormire. Non ero un santo ma non ho mai preso l’eroina, vedendone gli effetti immediati capivo che non era per me. La cocaina mi dava vitalità, parlantina, socialità. L’eroina è stata il Vietnam della mia generazione. Guardavamo a David Bowie e Lou Reed, stupendi e tossici. Non si conoscevano i danni delle droghe”.

Almodovar si è espresso anche sul rapporto della Spagna col successo: “Con il successo mondiale si è creato qualcosa di molto spagnolo: una tremenda invida. Ci convivo. In Francia sono grati ai loro idoli, in Spagna non ti perdonano il successo. Nessuna stella da noi avrebbe il riconoscimento che avete dato a Raffaella Carrà, i suoi funerali da capo di Stato sarebbero inconcepibili. Ma la Spagna è anche il luogo in cui ho potuto iniziare a lavorare con totale indipendenza. Se avessi ceduto alle tentazioni di Hollywood, avrei perso la libertà”.

Infine, sul clima di terrore sotto il Franchismo: “Dai salesiani, dai 10 ai 14 anni. Un incubo. Il terrore aleggiava sotto quel tetto, decine di bimbi abusati. Avevamo tutti paura di essere aggrediti nei corridoi. Una qualità di studio pessima. I docenti non avevano alcuna qualifica pedagodica. Dai francescani, dai 15 anni anni, tutto fu meno turbolento. Ma c’era l’indottrinamento politico, la formazione dello spirito nazionale, la storia piegata al potere. Per fortuna, a 18 anni sono andato a Madrid e i fantasmi sono spariti”.

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