Michele Merlo, la Procura: “Poteva essere salvato, aveva già dei sintomi”
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Michele Merlo poteva essere salvato. Questo quanto scritto nell’inchiesta aperta dalla Procura di Bologna. Quest’ultima aveva ordinato l’autopsia ed una serie di accertamenti ai Carabinieri del Nas e ha anche tolto ogni tipo di responsabilità ai medici del Pronto Soccorso che hanno visitato il cantante la sera del 2 giugno. Non solo, anche a quelli dell’Ospedale che lo hanno ricoverato la sera successiva e dov’è morto il 6 giugno. E’ stata un’ischemia cerebrale provocata da una leucemia fulminante a portarsi via il giovane ex concorrente di Amici.
Stando a quanto hanno raccontato gli inquirenti, le condizioni tragiche del cantante non hanno permesso agli interventi di essere in grado di salvargli la vita. Ma, qualora i medici se ne fossero accorti precedentemente avrebbero potuto intervenire con esiti differenti. Infatti, la leucemia riscontrata in Michele Merlo ha un trattamento efficace se diagnosticata per tempo.
Michele Merlo aveva dei sintomi già a maggio:
Secondo il Corriere della Sera, tutta l’attenzione adesso si sarebbe spostata su uno studio medico di Rosà e nell’Ospedale di Cittadella, dove il cantante si era presentato nel mese di maggio lamentando alcuni sintomi e mostrando sulle gambe ematomi che si erano sempre più ingranditi.
Proprio per questo motivo la Procura di Bologna ora ha trasmesso il fascicolo per omicidio colposo a quella di Vicenza. Un’inchiesta rimasta senza indagati, ma “non è escluso che in base a quanto emerso sulla copertina del plico compaiano presto i nomi dei medici delle strutture venete“.
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