Achille Lauro si confessa: “Dopo i 20 anni ho capito che stavo buttando la vita nel c***o”
2 min readUn Achille Lauro a cuore aperto quello che ha raccontato gli aspetti più intimi della sua vita in una lunga e interessante intervista rilasciata a il Corriere della Sera.
INFANZIA – “Vengo dalla periferia romana ai bordi del raccordo, una realtà di estrema difficoltà. Malavita e criminalità mi hanno fatto crescere con miti sbagliati. Roma non è corrotta, diceva qualcuno, ma corruttrice. Mi sono reso conto che stavo crescendo in un bolla sbagliata che mi avrebbe portato nella merda. Se parlo di droga non è quella che gira nel mondo dello spettacolo, ma di una bolla in cui non hai aspettative, non c’è futuro e accadono cose tremende da cui non si esce intatti. Dopo i 20 anni capisci che quelle non sono più cazzate, ma che stai buttando la tua vita nel cesso, stai diventando un uomo e se continui non puoi più cambiare strada ed è tardi per la redenzione”.
PRIME VOLTE – “La prima volta a 13 anni, lei aveva qualche mese in più. In quelle realtà metropolitane si cresce velocemente. Anche il primo tatuaggio a 13-14 anni. È un sole con l’iniziale del nome di una persona importante. A mia mamma avevo detto che era fatto con l’henné. Tutti i tatuaggi sono legati o a persone importanti o a un lato estetico e culturale come quelli del filone giapponese”.
MUSICA – “Nemmeno quando facevo rap mi interessavano orologioni, collane o macchinoni. Per come sono stato educato me ne frego delle cose materiali. Ai tempi della trap vivevo in un monocale, di giorno ufficio, di notte branda. Ho sempre investito tutto quello che ho guadagnato per poter avere una visione più grande. Un anno e mezzo fa sono cascato nel piacere delle cose materiali e ho comprato una Ferrari, ma l’ho già venduta”.