ESCLUSIVA – Nuova Scena | Spampy: “La musica mi ha salvato mentre tutto cadeva. Fabri Fibra e il palco, vi spiego”

Spampy

Da Cerreto Laziale a uno dei palchi più invidiati d’Italia a Milano. La seconda stagione di Nuova Scena, il rap show di Netflix ha regalato grandi emozioni. Dalle audizioni al Cypher è stato il turno di Francesco Spampinato, conosciuto nella serie tv e in arte come ‘Spampy’, classe 2003, nato a Tivoli e che vive a Cerreto Laziale. A 21 anni ha voluto portare sul palco se stesso e qualcosa da comunicare ai giovani come lui, un messaggio che possa essere da esempio per tutti: dar voce ai propri mostri interiori e abbatterli con la potenza della musica. Intervenuto ai nostri microfoni in esclusiva, il ragazzo romano ci ha spiegato come, dalla sua cameretta si sia ritrovato davanti a Fabri Fibra, Geolier e Rose Villain, il suo periodo buio e la rinascita.

Come è nata questa opportunità?

“Ho fatto i casting a cui sono stato invitato. In tutta Italia c’erano circa 2.000-3.000 artisti ai casting”.

Nell’audizioni sei svenuto prima di salire sul palco… cosa è successo?

“Ero in un periodo brutto, mi hanno preso nel momento più brutto che io abbia mai passato. Ero al 10% mentalmente potevo dare di più ma sono comunque felice. Avevo mangiato pochissimo, due fette di prosciutto a pranzo. Mi avevano chiamato alle 23.00/00.00 e non avevo dormito, ero a pezzi. Ho detto all’autrice che non ce la facevo a salire perché sennò sarei svenuto sul palco. Sono uscito, mi sono mangiato due pacchi di taralli interi, mi sono ripreso e sono salito”.

Alla fine sei riuscito dal camerino e hai fatto un vero e proprio show. Com’è stato per te trovarti lì davanti a centinaia di persone, Rose Villain Geolier e Fabri Fibra? Qual è il giudice che più temevi?

“Mi sono caricato moltissimo, come vedi nell’esibizione avevo molta adrenalina, ero molto incazzato. Il giudice che più temevo? Io ero sicuro di me, del testo e  del pezzo che avevo fatto ero sicuro. Fibra ovviamente era quello che mi metteva più paura, stava lì davanti a me. È un po’ il padre di tutti, il padre dell’hip hop, tutte e tre dei nomi grossi”.

Ti aspettavi che andassi almeno al cypher? Quali erano le tue sensazioni?

“Ero sicuro di me, mi aspettavo di andare alle battle, avendo visto anche la prima stagione mi sono detto ‘cavolo gli porto questa roba come faccio a non andare alle battle’. Ci sono rimasto ma ero contento comunque, non me la sono presa ero felicissimo comunque. Ho pensato dopo che se mi avessero mandato alle battle, mi sarei ritrovato contro Cuta e mi faceva a pezzi (ride, ndr). Cuta è fortissimo, ma lo sono tutti, si è creato un bel rapporto con tutti i partecipanti, voglio bene a tutti. Con chi ho stretto di più? Un po’ tutti, sono tutti simpatici, ci siamo raccontati le nostre storie, ci sentiamo tutti i giorni ormai. Abbiamo anche un gruppo”.

Cosa vuoi portare tu sul palco? Qual è il messaggio che vuoi trasmettere alla gente?

“Il messaggio è musica e arte, quello che vivo e sento. Lo faccio per l’arte. Rivalsa? La parte di rivalsa c’è però mi sento umile, mi apro delle volte nelle canzoni, non faccio il gradasso. Tutti abbiamo i nostri mostri, i nostri demoni e tutti nascondono qualcosa. Mi piace dare voce a chi vive queste cose e non vuole mostrarle”.

Di recente hai pubblicato un video su Instagram riguardante un periodo insomma abbastanza cupo della tua vita. La musica cosa è stata per te? Ti ha aiutato o hai accantonato anche quella?

“Non riuscivo a fare musica in quel periodo. Entravo in studio e mi prendevano gli attacchi di panico, non riuscivo a fare musica, era davvero brutto. Mi sono visto sgretolare un sogno in faccia. Ho detto ‘no cavolo, non potrò più fare questo nella vita’. Solo l’idea di salire sul palco, essere riconosciuto in giro, stare a contatto con la gente mi dava fastidio. Proprio un anno di confusione totale, è stato veramente brutto. Ne sto uscendo, sono fiero di me. Sto molto più carico dopo Nuova Scena, non potevo buttare l’occasione, quando mi hanno scritto ho detto subito di sì, pure se non riuscivo ad uscire di casa. Già una serata a Roma era complicata. Un brutto periodo. Ho preso il treno per Milano, una volta arrivato mi sono sentito male in hotel. La musica è stato un punto fermo mentre cadeva tutto intorno, c’è stato un periodo in cui relazioni e amicizie si smontavano tutte ma la musica è sempre stata là. Lei mi ha salvato oltre ovviamente alla psicoterapia e a chi mi è stato vicino”.

Quali sono i tuoi hobby?

“Calcio? No, non sono proprio appassionato. Hobby? Moto, calcetto, le partite a calcio ne faccio poche, gioco con gli amici ogni tanto ma non seguo il calcio, non ci capisco molto”.

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