Alex Schwazer torna a parlare del doping: “Mentivo a Carolina, ragionavo da tossico”
1 min readNon è riuscito a partecipare ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020 nonostante l’archiviazione del procedimento penale per doping il Tribunale di Losanna non gli ha permesso di esserci. Oggi Alex Schwazer è tornato a parlare tramite la pubblicazione della sua autobiografia in cui l’atleta racconta semplicemente la sua vita: i successi, la parentesi del doping, le bugie ma anche la redenzione e la rinascita.
Non mancano passaggi importanti e anche duri in cui Schwazer racconta di quando è finito nel vortice delle sostanze dopanti: “Innsbruck-Vienna, Vienna-Antalya. A Carolina (Kostner, ndr)e ai miei genitori ho detto che sarei andato a Roma, alla Fidal. Ho tenuto il cellulare acceso anche di notte, per evitare che partisse il messaggio della compagnia telefonica turca. Ragionavo già da tossico. O meglio, sragionavo. Ed ero pronto a mentire, perché doparsi vuol dire anche mentire”.
Poi sul libro: “Lo paragono a una 50 km di marcia perché anche delineando il percorso di un’autobiografia devi fare delle scelte. Scrivendo ho dovuto chiarire a me stesso quanto soffermarmi sugli ultimi sei anni, su cui era già stato detto e scritto tanto. Scrivendo di getto tutto quello che mi veniva in mente senza un ordine avrei finito per dedicare due pagine ad alcuni periodi e ottanta ad altri. Non ho concesso spazio alle persone che mi hanno ferito o a chi è salito sul carro del vincitore per poi scendere appena le cose sono andate male”.