Maggio 2, 2024

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Mara Venier piange Galeazzi: “Ci siamo divertiti come pazzi insieme”

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Mara Venier


Mara Venier piange Giampiero Galeazzi. La “zia” di Rai 1 ha rilasciato una lunga intervista a Repubblica per ricordare il suo Bisteccone: “Gli ho voluto veramente bene. Ci sentivamo sempre. Ci mandavamo sempre dei messaggi, eravamo legatissimi. Ci siamo conosciuti quando siamo andati con Renzo Arbore a New York per i Mondiali del 94. Uscivamo sempre insieme la sera, eravamo un gruppettino e Renzo ci portava a sentire il jazz“.

L’idea di Domenica In

Una sera, mentre lui ascoltava il jazz freddo, che non ci appassionava, giravamo per il Greenwich village a mangiare qualsiasi schifezza capitasse. Così, parlando, gli chiesi: “Perché non vieni a fare 90mo minuto a Domenica in?”. L’idea gli piacque subito, ma mi disse subito: “Vedrai che non ti daranno mai il permesso”. E in effettiv avevo tutti contro, i direttori della testata sportiva mi prendevano per pazza. Ricordo che incontrai in Rai Marino Bartoletti, scettico: “Non ci riuscirai mai””. Domenica in ebbe grandissimo successo. Ci siamo divertiti come pazzi perché tra me e lui era nata in’amicizia forte, intensa, basata sul gioco e sull’ironia. Secondo me non mi vedeva come una donna. Pensi che alcuni ai tempi hanno pensato che tra me e lui ci fosse un amore. Un amore di amicizia sì“. 

Le critiche

Ci siamo inventati qualunque cosa, e sì, lui fu molto criticato. Ricordo che questa cosa lo infastidiva. Andò dall’allora direttore di Rai 1 Brando Giordani a dirgli che voleva andarsene, perché i colleghi lo attaccavano. Mi ero inventata lo sketch della “valigia sul letto”, per cui mi diceva “Bella bisteccona de Venezia”, e mi sbatteva giù. Giordani lo ascoltò poi gli disse: “Giampiero, ti rendi conto che tutti gli uomini in Italia vorrebbero sbattere sul letto Mara Venier?” Lui ci pensò tre secondi, rispose che aveva ragione e andammo avanti. Ci divertivamo da morire“.

La dedica

Sì, e la stessa voglia di giocare. Quando l’ho invitato l’ultima volta in studio, a parte la commozione, la sintonia era quella. Nonostante non stesse bene, mi aveva chiesto di scrivere un libro insieme e di fare un programma. Domenica tutta la prima parte della trasmissione sarà dedicata a lui. Lo caratterizzava l’entusiasmo. Amava la vita, in questo eravamo molto simili. Goderecci tutti e due, sempre complici. Se ne va davvero un pezzo della mia vita, gli volevo molto bene“. 

La debolezza per il cibo

Diceva che ingrassava per colpa mia? Lo so bene. “Ma scusa”, gli dicevo, “se dovevo venire sempre a prenderti alla mensa…”. Perché iniziavano le prove e Giampiero non c’era, perché era ancora seduto a tavola. Però è vero che facevamo grandi cene. Ogni domenica sera andavamo in trattoria o cucinavo a casa per tutti, la sua debolezza è sempre stata il cibo. Era speciale per l’umanità, l’ironia e la grande sensibilità: era un omone ma per me era un fanciullo, aveva una pulizia d’animo. Non l’ho mai, mai sentito parlare male di nessuno. Invece tanti gli hanno fatto del male, lo hanno ferito. Mi è stato sempre vicino, nei momenti belli e brutti, sapeva toccarmi il cuore. Tifo Venezia ma sono diventata un po’ laziale per lui“. 

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