Maggio 2, 2024

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Cronaca | Il comandante della Polizia di Venezia molestato alla festa di Armani: la denuncia social

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Su Facebook il comandante della Polizia Locale di Venezia ha denunciato una molestia sessuale durante la festa organizzata da Giorgio Armani all’Arsenale.

Lo stilista ha voluto celebrare la città e il legame con il mondo del cinema con un mega party a cui ha partecipato anche Marco Agostini che sui social ha scritto: “Dovevo arrivare a quasi 63 anni per comprendere cosa prova una donna molestata quando le palpano il sedere. Io per interrompere la cosa ho scelto di allontanarmi velocemente dall’evento a cui partecipavo, sempre mantenendo il sorriso sulle labbra e di non fare una piazzata solo per rispetto della divisa che indosso, ma la tentazione è stata forte!“. Al Gazzettino ha poi aggiunto: “Sì, mi hanno palpato il sedere alla festa di Armani. Più volte. E non volendo fare scenate, per il contesto e per rispetto della divisa che indosso, ho alzato i tacchi e me ne sono andato. Ma adesso posso dire che capisco cosa prova una donna quando viene molestata. Perché ho scelto di dire tutto? Più che altro per solidarizzare con le donne che subiscono atti del genere, adesso che l’ho provato personalmente, so cosa vuol dire“.

La spiegazione dell’accaduto

Al giornale ha spiegato nel dettagli l’accaduto: “È stato durante il cocktail. Ero con il sindaco e altri, stavamo parlando, tutt’attorno la calca era notevole quando ad un certo punto mi hanno palpato il sedere. La prima volta ho fatto finta di niente, pensavo a un errore. Poi una seconda, su cui ancora ho sorvolato. E poi un’altra e un’altra. In tutto cinque. La ressa era tanta, ma sono quasi sicuro di un ragazzetto, un ventenne. Sempre lo stesso? Direi di sì. La tentazione era forte, ma, come ho scritto, per rispetto della divisa che indosso, ho deciso di non fare piazzate. Mi dispiace di essermi allontanato senza dare spiegazioni, stavo parlando con il sindaco e altre persone, ma non potevo tollerare altro e non volevo fare scenate, quindi non restava che andarsene“.

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